testo di
Danilo Tomassetti
Prologo
Considerazioni
su arte e vita
L'arte e la cultura oggi sono dissociate dalla
realtà quotidiana, vivono il loro tempo in un distacco
sacerdotale, dove pochi e, sempre meno colti esponenti
del mercato, impongono linee guida di ciò che dovrebbe
essere invece “luce di verità”.
L'arte è da decenni appannaggio di sacerdoti del danaro
e sacerdoti della critica, che dettano modi e stili per
la costruzione di oggetti e spazi artistici, pur essendo
privi della sua luce ed incapaci di praticarla.
“Sacerdoti” che, artatamente, costruiscono“artisti”
mediocri o nulli, collocandoli su piedistalli, al di
sopra di ogni giudizio comune. “Sacerdoti” che riducono
l'arte a semplice materiale, povero ed insignificante di
contenuti, utile solo ad agevolare una sorta di scambio
tra notorietà dell'oggetto e danaro versato per
comprarlo.
L'arte è lontana dagli autentici sacerdoti, quelli che
respirano il Museo, la casa delle Muse, oggi profanata
dai mercanti nel tempio.
Aspirare, agognare, pensare, conoscere, memorizzare è
unico l'anelito della Musa.
L'arca dei folli, nei suoi 22 anni di storia, ha
cercato, con il suo piccolo contributo, di tornare al
concetto dell'arte, come qualità del saper immaginare,
ideare e costruire un'opera artistica.
Manufatto che possa appartenente a tutta la comunità, e
che, sia esso complesso o semplice nelle forme o nei
significati, possegga una comprensibilità aperta a
tutti, tale da non permettere a nessun sacerdote di
sostituirsi a quel riconoscimento della verità sotteso
in esso.
La struttura mentale è conservativa, pone in primo piano
il già conosciuto e sperimentato, copiando modalità
avvenute, concetti già dati. Innovare significa
conoscere e dimenticare il conosciuto, vivendo l'atto
creativo come atto unico ed irripetibile.
L'arte autentica quindi, ha bisogno di studio di stili e
maestri ma poi, come una ribellione delle naiadi, essi
devono essere stracciati e dimenticati, onde generare
altre modalità ed idee fino a quel momento sconosciute.
“Paradiso.
Le molteplici forme e non forme dell'Eden”
Etimologia di Paradiso. Il termine
Paradiso deriva dal persiano pairidaeza, da cui
anche l'ebraico pardeš, attraverso il greco
παράδεισος, con il significato primitivo di "giardino
recinto", "verziere", "parco"( enc. Treccani). La Bibbia
sacra a Cristiani, Ebrei ed Islamici, fu scritta durante
la prigionia degli ebrei in Babilonia, città in cui era
sita una delle sette meraviglie del mondo: i giardini
pensili di Babilonia.
Il termine eden è stato ispirato agli estensori della
Bibbia, da quei giardini, essi immaginarono non potesse
esserci un luogo migliore dove potessero abitare i primi
uomini se non un paradiso terrestre siffatto, luogo di
delizie con abbondanza di acque e piante da frutto. La
storia del peccato originale raccontata nella Bibbia,
per giustificare la perdita dell'uomo della fiducia
divina e di conseguenza di quel luogo paradisiaco, fu
illustrata nel capitolo della genesi. Una storia nota a
tutti fin da bambini quella di Adamo che, su
sollecitazione di Eva, violò la disposizione divina di
cogliere frutti dall'albero della vita; egli ne colse
una mela, i due sventurati furono cacciati dal paradiso
per avere disobbedito all'ordine divino, in una terra
avara di frutti ma ricca di dolore e fatica. Nel
medioevo, imputando ad Eva la punizione del peccato
originale, uomini di chiesa a lungo discussero se le
donne fossero provviste di un'anima, considerandole alla
stregua di animali da bastonare se non obbedienti ai
voleri degli uomini, generando così, uno stato di una
violenza domestica inaudita protetta e giustificata
dalla dottrina.
I luoghi che hanno ispirato l'Eden
sono oggi rintracciabili ancora in molti siti del
Mediterraneo, dove si usa piantare aranceti e limonaie,
dentro un recinto murario, dove prosperano profumi e
frutti, per difenderle dagli eventi atmosferici.
Il paradiso biblico è sito in qualche
angolo della terra, isolato dagli sguardi degli uomini,
luogo di delizie, diverso a seconda delle civiltà e
religioni, che si rifecero alla Bibbia. In seguito i
teologi e il divino poeta Dante
posero il paradiso al di fuori dei confini della terra,
ponendolo nel cielo.
Il paradiso per alcune civiltà ha
connotati molto sensibili, quasi carnali, dove i corpi
sono apparenze ma ricomposti nella loro natura.
Particolare interesse suscita la
concezione del paradiso della setta dei Catari o
Albigesi, che si consideravano buoni uomini cristiani,
diffusi in particolare in Francia e nell'Italia del
nord, i quali furono sterminati, come eretici, su ordine
di Innocenzo III. Il loro paradiso è l'antitesi del
mondo della materia. A loro parere, il mondo e il nostro
stesso corpo sono opera di Satana il Rex mundi,
contrapposto al Dio dell'amore. Il creato, essendo opera
del demonio, di fatto imprigiona la nostra anima nel
nostro stesso corpo e nella natura, solo con la morte,
se riusciamo a seguire il bene, la nostra anima potrà
liberarsi dalle catene materiali permettendoci di
raggiungere un paradiso celeste ed immateriale.
La visione catara pone una
particolare riflessione: il paradiso è materiale o
immateriale? Se vi è materia dovremmo pensare che essa
sia incorruttibile o che comunque vi sia un tempo che
non corrompa.
Il tempo è la quarta dimensione, le
altre tre, larghezza, altezza, lunghezza, che
determinano lo spazio possono essere percorse in tutte
le direzioni a nostro piacimento.
Il tempo è l'unica dimensione, a noi
conosciuta, percorribile solo in una direzione; una
volta percorso un tratto del tempo, di lui a noi rimane
solo il deposito materiale, determinato dalla
cronologia: il ricordo e la nostalgia e gli effetti di
quella percorrenza.
Il Paradiso immateriale quindi non
potrà essere percorso, non lascerà tracce e ricordi
della nostra presenza, perché esso dovrebbe essere un
non luogo e un non tempo e non avere nessuna dimensione
da noi pensabile con la nostra mente prigioniera del
pensiero, generato dai nostri dati sensibili che sono
approssimativi e diversi da individuo ad individuo.
La Luce Divina.
La luce alla base della nostra
visione è soggetta alle leggi della rifrazione e
dell'assorbimento da parte della materia. Il che la
scompone e dona a noi il colore.
La luce divina non può essere
corrotta da leggi fisiche, quindi non si presenta nella
forma dell'usuale luce dell'universo, e non obbedisce
alle sue leggi.
Il Paradiso sarebbe pensabile solo
come essenza di Dio, partecipando alla sua luc, non
potrebbe per sua stessa definizione essere visto, udito,
odorato e chiaramente, non potrebbe essere presente al
tatto.
La luce divina, anche se vi fosse
ispessimento della forma, essendo essa espansa nelle tre
dimensioni, non creerebbe ombra e quindi sarebbe
indistinguibile da quella stessa forma
La fonte della luce, provenendo da
fonte divina, non può avere unica direzione e quindi
creare zone d'ombra.
La forma quindi non ha colore, la
mancanza di qualsiasi materia, rende la forma
insensibile ai sensi
Senza materia, la corruzione
dell'essenza divina, non avremmo odore, tatto, sapore,
udito e vista.
Il paradiso della luce quindi è un
paradiso invisibile e non udibile, quindi un paradiso
non pensabile nei nostri termini di materia.
Il paradiso non essendo pensabile
ed esprimibile, non può avere forma di un
pensiero assoluto
o relativo, esso non può appartenere a nessuna cultura e
civiltà, religione e filosofia.
Il paradiso quindi autenticamente
divino della luce non è da noi esprimibile.
Il paradiso quindi da noi previsto,
pensato, auspicato non può essere un assoluto; ogni sua
descrizione anche
profetica è una tautologia che si limita a spiegare con
elementi fisici ciò che è immateriale e quindi non
descrivibile con la materia.
L'esperienza di molti uomini e donne
usciti dal coma è quella di descrivere un tunnel di
luce, che dovevano percorrere. Il che ci induce a
pensare alla luce bianca come l'essenza di questo
paradiso, ma possiamo arguire che questa straordinaria
esperienza di premorte sia pur sempre un passaggio
attraverso la nostra fisicità e quindi sia descritta con
mezzi fisici.
Attesa del Paradiso o
Paradiso Possibile.
Il Paradiso può essere inteso solo
come attesa del paradiso, della rivelazione:
a noi resta luogo o non luogo inconoscibile non
pensabile nella sua realtà, finché il nostro corpo farà
parte della massa e della materia.
L'attesa è da riempire con
aspettative o essere attesa operante, cioè attiva anche
in vita.
Il Paradiso può divenir
il nostro
paradiso soggettivo, ciò che a noi fa bene, ciò di cui
noi abbiamo idea,un paradiso possibile, ovvero il
nostro paradiso possibile, quello che convive con la
nostra cultura, con l'ambiente in cui viviamo, con
l'insegnamento ricevuto e quello da noi cercato come
avvicinamento alla verità.
Il paradiso possibile quindi, non
potendo avere nessun assoluto, neppure quello dettato
dalle scritture sacre o profane, appartiene solo alla
mia fede appartiene solo a me, nello stratificarsi in me
di informazioni genetiche e culturali, attraverso
l'utilizzo degli unici mezzi di comunicazioni a mia
disposizione, i quali mai possono prescindere dai sensi.
Il paradiso possibile non può
essere scindibile dall'animalità di ognuno.
Il tempo fisico diviene il tempo
dell'attesa, del nostro vissuto che subisce le
trasformazioni del corpo e pensieri. Sorge l'
aspettativa della speranza di un Paradiso, al quale non
possiamo dare forma fisica, ma nel quale possiamo
aspettarci un premio per una vita materiale ricca di
eventi anche dolorosi.
La pittura è luce, la scrittura
l'ombra sul bianco.
La luce, il bianco, e il suo
contrappunto l'ombra, sono alla base di ogni creatività
umana.
Il bianco, nella nostra cultura, come
colore simbolico, incarna il candore, la pudicizia, la
verginità, ogni altro colore, che vi si sovrappone, in
particolari i colori di sfumature grigie e nere,
indicano il lurido, il peccato, l'immondo, il demoniaco.
Il paradiso da me pensato,
non essendo altro che un paradiso soggettivo ed
auspicato, può essere descritto in ogni modo, con ogni
materia e con qualsiasi stile pittorico o di scrittura o
musicale.
Il mio paradiso possibile quindi
potrebbe anche essere un
luogo dove tutti i paradigmi terrestri, filosofici e
morali sono rovesciati, un luogo dove la luce divina mi
svela verità impensabili, imperscrutabili ed
oscure.
Il paradiso possibile è quindi un
luogo non luogo dove ogni cosa pensata come autentica,
vera e giusta può essere rovesciata.
Il mio paradiso possibile potrebbe
poi rivelarmi forme, colori ignoti, capovolgimenti di
stili da tutti pensati corretti. Il paradiso possibile
mio soggettivo, poi al confronto comunicativo con altri
paradisi possibili, potrà mostrarmi similitudini di
pensiero e forma, in comune con l'altro fino a quel
momento impensabili.
A tutti
buon “creare”, con il proprio intimo convincimento, idea
o profumo dell'idea di un paradiso a cui credete, sia
esso disegno del divino o regno del rex mundi o solo
regno di una natura soggetta a leggi fisiche del caos
che generano e distruggono apparenti forme di atomi
destinate a morte e scomparsa.
Componete
la vostra opera, con la vostra abilità d'arte,
usufruendo di ogni Vostra conoscenza tecnica,
stilistica, simbolica, appartenente ad ogni epoca.
Liberatevi dalla schiavitù della moda, del vintage,
dell'antico come catene dell'espressione. Rifuggite dal
canone estetico al quale dobbiamo obbedire, attenerci.
L'arte è
sovente copia, rifugio dei mediocri, dei grilli parlanti
che esprimono solo il loro ego e non un linguaggio di
autentica luce di verità.
Regolamento
Riconoscimento Speciale Creativi
d'ogni età, istituito nell'Ambito dei ludi Il Bambino
Creativo 2014 in onore del cav. Micio Gian Paolo
Proietti e poeta Plinio Spina
tema 2014
“ Il Paradiso. Le molteplici forme e
non forme dell'Eden”
1) Il tema è aperto ad ogni
espressione artistica, le opere presentate verranno
catalogate, secondo le affinità o rispondenza, sotto le
categorie: pittura, scultura, poesia, racconto,
composizione musicale.
2) Il concorso è aperto a ragazzi ed
artisti già affermati. La sua finalità è quella di porre
un tema comune a giovani ed affermati artisti, in modo
da far dialogare linguaggi e visione diverse per età ed
esperienza.
A)L'età minima per partecipare è
quella scolastica a partire dal primo anno della
secondaria di primo grado.
B) I minorenni dovranno presentare
liberatoria dei genitori.
C) I maggiorenni dovranno riempire
modulo di adesione, al momento che i loro lavori saranno
selezionati.
3) Il Riconoscimento assoluto è unico
a tutte le categorie, ma vi saranno altresì alcuni
riconoscimenti minori per categoria ed età.
4) La finalità prioritaria
dell'iniziativa è quella di creare un nucleo di opere
delle varie discipline, tali da creare legami tra
artisti e ragazzi, cercando affinità e possibilità di
collaborazione per progetti d'arte comuni.
A) I lavori migliori delle varie
discipline verranno selezionati per la realizzazione di
una eventi d'arte nella sala dell'Arca dei Folli , come
manifestazioni collaterali del Bambino Creativo 2014.
B) Si prevedono inoltre di realizzare
mostre, in luoghi diversi, organizzate collettivamente
dove ognuno coprirà le spese in misura della propria
partecipazione. Ogni mostra sarà regolata poi da uno
specifico regolamento.
5) Si possono realizzare fino ad un
massimo di 3 lavori per ogni categoria. Ogni artista può
partecipare a diverse categorie.
7) Modalità di partecipazione:
A) Le opere possono essere composte
con ogni tipo di tecnica, su ogni supporto( massima
misura 70x100).
Le sculture non dovranno essere superiori a cm 30 di
base massima e 40 di altezza.
B)Le spese di spedizione, in caso di
selezione, spettano all'artista.
C)L'organizzazione pur garantendo la
massima accortezza nella custodia delle opere, declina
ogni responsabilità per eventuali danni o furti. Gli
artisti che tengono particolarmente alle loro opere
possono fare una polizza assicurativa sui loro quadri.
8)Inviare foto dell'opera, con
dimensioni, nome e cognome dell'artista. Se le Opere
verranno selezionate sarà fatto obbligo di firmare
modulo di iscrizione che verrà fornito
dall'associazione.
a) L'invio delle immagini e i testi
delle Opere devono pervenire entro e non oltre il 10
Marzo 2013. La prima mostra avverrà nella sala d'Arte
L'Arca dei Folli tra il 6 e il 12 Aprile 2014, ad
entrambi gli indirizzi mail:
danilotomassetti@arcadeifolli.com
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grafica@arcadeifolli.com
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