I Ludi del Bambino Creativo

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PREMIAZIONE I Ludi Il Bambino
Creativo 2022  

Trofeo il Bambino Creativo 2022 Omaggio M° Nazzareno Tomassetti a Paolo Vagnoni di Grottammare

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Cupra Marittima 04 Giugno 2022


Tema Creativo per Disegno e Scrittura, Teatro

Il falegname dalle mani d'Oro

XI Edizione Omaggio al M° Nazzareno Tomassetti

Ludi Il Bambino Creativo 2022  



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Biennale d'arte, scrittura e premio speciale teatro
Ludi Il Bambino Creativo 2020 XI Edizione
Omaggio al M° Nazzareno Tomassetti
Eventi in onore del cav. Micio Gian Paolo Proietti e del poeta Plinio Spina

Tema Creativo per Disegno e Scrittura, Teatro "Il falegname dalle mani d'Oro"
LA FAVOLA Il falegname dalle mani d'Oro

scritta e animata da Greta De Berardinis

Una leggera brezza rinfrescò le sue gote, mentre il suo sguardo era attento, fisso su di loro. Così tanti anni con lui e non avrebbe mai immaginato! Con loro aveva inchiodato, martellato, tagliato legno e legno e al solo ripensare a quante tavole e colpi di pialla gli sarebbe venuto male al capo per il troppo contare. Ora d'improvviso le guardava diversamente, esse erano diverse.Le sue mani erano divenute all'improvviso d'oro. No, no, so cosa state pensando, magari del colore vi era caduto sopra tingendole... ma no! Esse erano di puro oro, erano fatte d'oro.

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Non poteva crederci, era semplicemente intento a lavorare quando ne aveva perso il controllo. Dal tronco che doveva solo divenire una base per un tavolo imponente, ne era venuta fuori una scultura, bellissima ma una scultura, loro l'avevano plasmata così. Sì certo, lui l'aveva immaginata proprio lì fra le venature, ma era solo un falegname, non avrebbe creduto né avuto la pretesa d'andare oltre al suo lavoro e non avrebbe mai immaginato che le sue mani avrebbero deciso altrimenti. Ed ora eccole lì, brillanti e fiere nel loro prezioso luccichio, in attesa che quell'omone dallo sguardo buono e puro l'avrebbe posate su un altro pezzo di legno per trasformare ciò che aveva solo immaginato in forma d'arte. Pensava e pensava come era stato possibile quel miracolo. Era un miracolo poi o una maledizione? E pensava, pensava. Come, come era accaduto? E come mai proprio a lui? Ripensò alla sua giornata. Passava in rassegna ogni istante per capire cosa era potuto accadere, per capire come fosse stato possibile che delle mani che prima erano pur sì forti e create di callosa vita, si fossero potute trasformare così, così di punto in bianco. Forse questa è una magia! Ma no! Ma quale magia e magia, non aveva visto nulla di strano. Nessun colpo di bacchetta magica, le sue orecchie non avevano udito nessuna strana formula e nessun bagliore di stella si era posato su di esse. E allora, allora cosa aveva compiuto quello strano sortilegio? Ricominciò a riflettere. Le sue mani volevano creare. E lui, lui cosa voleva? Cosa aveva sempre voluto in tutta la sua vita? L'impronta dello stupore colse il suo volto turbato. Cominciò a rivivere ricordi che sembravano ormai scomparsi nei meandri della sua mente. Ricordò sé fanciullo e pensò a come amasse giocare a creare, a come la creazione brillasse viva nei suoi occhi. Viva, come oro zecchino. L'immaginava così quando con le sue mani trasformava dei pezzi di legno in piccoli animali o in balocchi per trascorrere giornate liete. Pensò a come crescendo avesse continuato a immaginare su una superficie di pietra o fra le vene sottili di un tronco figure di dame o di mitologici esseri. E ricordò come ad un tratto, quasi d'improvviso, quella luce dorata nel suo animo si fosse spenta. Il lavoro e il quotidiano avevano assorbito la sua essenza. Il pane andava portato a casa e la sua paura di non riuscirvi, preso come era a rincorrere la sua fantasia, aveva rinchiuso in un angolo remoto di sé quella dorata brezza. L'aveva chiusa lì in una gabbia fatta con i fili del dimenticare e lì quella dorata scintilla creativa rimase anni. Ma essa non perse mai la speranza e attese, studiando giorno dopo giorno, ora dopo ora a come tornare libera. Finché un giorno, approfittando di un momento in cui la Paura, sua carceriera, distraesse la sua attenzione, nell'attimo in cui il falegname aveva perso il suo sguardo rincorrendo con esso un pesciolino nel fiume, fuggì dalla sua gabbia della memoria perduta. Fuori da lì cominciò a correre senza una metà, persa e confusa ma poi, poi ebbe l'Idea! Si sarebbe adagiata sulle sue mani! Quelle mani che un tempo agivano anche grazie a Lei, creando opere uniche e di bellezza inaudita. Sì, la decisione era presa! L'uomo lì avrebbe dovuto per forza vederla e si sarebbe ricordato di lei. Aveva ragione. Il falegname ora guardando quelle sue grandi mani dorate iniziò a piangere. Fu un pianto liberatorio e di gioia per aver ritrovato la sua scintilla. Prese in mano uno scalpello ed iniziò a scolpire. Più scolpiva e più le sue mani tornavano del colore della carne. La scintilla creativa non aveva più bisogno di essere lì. Ora lei era con lui ed in lui, di nuovo brillante nei suoi occhi e nei suoi pensieri.



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